Ci troviamo in un tempo sospeso e precario, dove le precedenti sicurezze sono in bilico.
Su quali certezze ci possiamo basare? Vi sono ancora delle sicurezze? Di chi ci possiamo fidare?
Queste e altre domande risollevano in noi ansia, agitazione e disorientamento. Tutte emozioni che rischiano di farci reagire, aumentando così il senso di allerta dentro di noi.
Che fare? Come possiamo vivere diversamente questo tempo sospeso?
Prendo spunto dall’autunno. E soprattutto dalle foglie e dalla lezione che esse ci impartiscono.
Credo che in questa stagione le foglie abbiano davvero molte lezioni da insegnarci, se le sappiamo osservare e ci diamo la possibilità di ascoltare il messaggio che silenziosamente ci comunicano.
Se, infatti, durante l’autunno osserviamo una foglia (come quella che ho fotografato e riportato in questo articolo) e sostiamo per un po’ di tempo ad ammirarla, possiamo notare innanzitutto la sua calda bellezza: i suoi colori ci attirano e affascinano, con le sfumature che variano dal verde al giallo al rosso attraverso gli arancioni.
Notiamo, poi, anche delle spaccature, alcune rotture, i tagli che il tempo ha inferto sulla foglia.
La vita non solo ci dona vigore ed energia: a volte ci ferisce e comporta fratture che non sono immediatamente comprensibili alla nostra mente.
Eppure, le sfumature, i contrasti, i tagli, e le ferite, nella foglia sono mischiati in un tutto armonico: ci appare una bellezza complessiva che ci lascia a bocca aperta. Ne restiamo affascinati.
Un’ammirazione che, quando le foglie erano rigogliose e verdi in primavera e, poi, in estate, non avevamo notato. E’ solo ora, che si le foglie accendono dei colori autunnali, che ci appare la loro specifica individualità. Prima erano indifferenti e piattamente omologate le une alle altre: ogni foglia era simile ad un’altra. Ma ora che sono consunte, ne notiamo la singolare bellezza: non ce n’è una uguale all’altra.
Non sono affatto perfette. Anzi! Se le guardiamo da vicino sono bucherellate, tagliate, semidecomposte… e proprio per questo fantastiche e meravigliose.
Hanno un fascino davvero unico proprio grazie alla loro imperfezione!
E sono precarie: basta una folata di vento, o un insetto più pesante che si posi su di loro o una goccia di rugiada… per staccarle dal ramo cui sono ancora flebilmente aggrappate e farle precipitare al suolo.
E loro si lasciano andare con fiducia fino a depositarsi sulla terra dove pian piano verranno decomposte dagli agenti atmosferici e diventeranno fertile humus per una nuova vita.
Si fidano e affidano a questo processo di trasformazione vitale, lasciandosi andare.
Quante lezioni ci danno le foglie!
Proprio a noi che vorremmo essere sempre verdeggianti, in forma, esuberanti, rigogliosi: a noi che odiamo ogni smagliatura, ruga, solco; a noi che ci aggrappiamo ostinatamente e ossessivamente alla giovinezza e primavera della vita; a noi che viviamo con tristezza l’arrivo del nostro autunno e non sappiamo più abbandonarci e lasciarci andare; a noi che detestiamo l’inverno, la dissoluzione, la morte e ci aggrappiamo a qualsiasi antidoto pur di restare illusoriamente in salute… quante lezioni può darci una semplice foglia d’autunno.
La vita fluisce: tutto nasce, cresce e si trasforma. Nulla resta. Ogni cosa è parte del grande flusso della trasformazione che generea e rigenera ogni cosa. Anche una foglia, che si stacca dall’albero e cade a terra, diviene l’inizio di un nuovo ciclo vitale.
Perchè allora, in questo autunno, non fermarci di tanto in tanto ad osservare la natura e imparare le lezioni da una semplice foglia?